Klappar, la voce fuori dal gregge



Klappar, la voce fuori dal gregge




Klappar si interroga, Klappar risponde, Klappar fa il latte,


Klappar legge, Klappar scrive, Klappar fa la maglia,



insomma Klappar sgobba tutto il giorno come un mulo MA…


è una PECORINA!!!





sabato 29 gennaio 2011

Klappar e la macchina del fango

Questo post è diverso dagli altri. Non posso tacere un evento increscioso che purtroppo mi vede protagonista. Sono state diffuse delle fotografie che mi ritraggono , ahimè lo ammetto, ubriaca alla festa a cui ho partecipato il 31 dicembre del 2010. Non voglio farne mistero ed ora le pubblicherò anche qui, in modo che tutti voi siate informati di quel che sta accadendo.

 


 

Naturalmente sono molto dispiaciuta di quel che si è verificato, ma il punto, qui è un altro.
Da dicembre è iniziata la mia vita di città, tra incredibili novità ed esperienze. E soprattutto tra nuovi amici. Amici?? E’ difficile accettare che complici e autori del discredito che si vuole gettare su di me siano proprio le persone a me più care. Ma la macchina del fango non si ferma davanti a così poco, all’affetto e alla fiducia, anzi. Eppure come posso biasimare completamente coloro che stanno cercando di intimidirmi, di distruggere la mia reputazione e rispettabilità di pecorina giornalista d’assalto? Sono anche loro vittime di un sistema di cui non si rendono conto. Non capiscono che appena diventeranno scomodi a qualcuno subiranno la stessa sorte.
Leggendo gli articoli di Roberto Saviano sulla macchina del fango, ingenuamente (sono solo una pecorina dal vello bianco, io) pensavo di essere al riparo da quei meccanismi e mi concentravo sullo sdegno e sulla solidarietà verso chi invece ne era suo malgrado coinvolto.
Ora capisco molto meglio le parole di Saviano, quando dice che nessuno è estraneo a tutto questo. Direttamente o indirettamente la macchina del fango ci distrugge tutti. Lo scopo è cercare ”di capovolgere la realtà, la verità. Chi ha creato ricatti cerca di passare per ricattato, chi commette crimini pubblici, cerca di dichiarare che è solo una vicenda privata, chi tiene mezzo paese nella morsa del ricatto delle foto, delle informazioni, delle agenzie, del pettegolezzo, dichiara di essere spiato.” “L'altro obiettivo della macchina del fango è intimidire (...) è controllare la vita delle persone note a diversi livelli, in modo da poterne condizionare le dichiarazioni pubbliche. E quando serve, incassarne il silenzio.”
Ma io, Pecorina Klappar, non lascerò che il fango mi soffochi. Io sono d’accordo con Saviano e farò come lui stesso cerca di fare e come tutti noi dovremmo reagire. “A tutto questo si risponde non sentendosi migliori, ma, con tutte le nostre debolezze e i nostri errori, sentendosi diversi. Sentendoci parte dell'Italia che non ne può più di questo racket continuo sulla vita di chi viene considerato nemico del governo.” Il mio blog non verrà chiuso, né smetterò di dire la verità. Io non sono così, e so che nemmeno coloro che hanno partecipato a questa diffamazione intimidatoria saranno sordi a queste parole.


mercoledì 19 gennaio 2011

Klappar, Sal e la giustizia

A Boston, negli Stati Uniti, un gatto di nome Sal è stato convocato in tribunale come giurato popolare. Lo scorso anno la sua padrona lo aveva inserito nel censimento. Subito si sono levate proteste da ogni dove, ma il giudice è stato irremovibile e il 23 marzo Sal dovrà comparire in tribunale.


Sal, il paladino della giustizia


Ora, mi chiedo se tutto ciò vi sembra sensato. A me non sembra neppure possibile. Trovo ignobile il disprezzo e soprattutto lo scherno nei confronti di Sal e di un giudice che per primo ha trovato il coraggio di esporsi per il riconoscimento completo dei diritti di noi animali. Siamo o non siamo cittadini? Abitiamo con voi nelle case e nei palazzi di città. Seguiamo i ritmi che seguite anche voi; ci spostiamo in macchina, treno, autobus,  bicicletta e motorino. Facciamo un sacco di lavori (guardia, disinfestazioni, badanti, fornitori di materia prima ecc.). Andiamo nei negozi, nei bar, nei ristoranti (anche se c’è molta discriminazione verso di noi). E allora perché non concederci di adempiere ai nostri doveri? Perché non farci esercitare i nostri diritti?
Ho subito troppo a lungo le prese in giro di tutti (come dimenticare quando in coda all’anagrafe del comune un tale molto maleducato mi ha detto “Uè Perlana, dov’è il pastore?” e poi volevano chiamare i vigili per farmi portare via..)
Sal, sono dalla tua parte. So che il 23 marzo farai il tuo dovere e contribuirai a rendere il mondo più sicuro!

martedì 18 gennaio 2011

Klappar e..compagnia bella

Ho appena finito di leggere un libro molto interessante. Purtroppo però, l’apparente semplicità di lettura e il taglio ironico che è proprio del suo autore mi hanno indotta a una lettura un po’ superficiale. Ora che sono arrivata all’ultima riga mi rammarico di non aver prestato la dovuta attenzione a un argomento che mi incuriosisce molto e che mi riguarda da vicino (come riguarda da vicino tutti coloro che si esprimono attraverso un linguaggio codificato. Niente ironie, per favore: sono una pecorina ma so parlare l’italiano, ok??) e mi riprometto di riprenderlo in mano al più presto.
Di che si tratta? Di “Non se ne può più. Il libro dei tormentoni” di Stefano Bartezzaghi.
Io leggo sempre la sua rubrica sul Venerdì di Repubblica, lo trovo molto arguto. Anche in questo libro Bartezzaghi si rivela acuto osservatore della nostra lingua, (e dei nostri modelli di comunicazione e quindi della nostra società), e con tanta ironia inizia una specie di censimento e classificazione (naturalmente e ovviamente parziali) di tutte quelle parole, locuzioni ed espressioni che ripetiamo continuamente senza nemmeno rendercene conto. Avete presente i vari “quant’altro”, “assolutamente sì/no”, “diciamo che”, “quello che è”, “voglio dire”..? Chi non ne ha mai usati alzi la mano. Ecco, ne ho appena usato un altro..
Il fatto è che un tormentone non comporta solo un impoverimento e una stereotipizzazione del linguaggio. Quando è sfruttato per pubblicizzare un prodotto ci condiziona. Figuratevi quando è sfruttato per pubblicizzare un partito politico.. Il tormentone nella nostra società così condizionata dai media “mostra la sua sottile distruttività: tarla le parole, fa loro dire il contrario di quello che vorrebbero e dovrebbero, rovescia i tavoli, fa direttamente politica.
E’ difficile, se non impossibile, non usare tormentoni, e se anche qualcuno riuscisse ad evitare quelli generalizzati, non potrà far nulla contro i suoi! Quindi che fare? “Se le armi del tormentone sono la ripetizione e l’ipnosi allora potremmo provare a stare svegli e variare.
Come al solito la conoscenza è l’unica possibilità di salvezza che abbiamo.

venerdì 14 gennaio 2011

Klappar e le guance rosse

Se vi siete chiesti perché non ho più scritto sul mio blog..bèèèèh, ora cercherò di darvi una spiegazione.
La mia nuova vita in città è stata da subito piena di sorprese, ricca di nuove conoscenze, di attività da scoprire, di passioni da sperimentare. Ammetto che tutto questo non è stato facile da gestire per una pecorina di campagna. Io sono sempre stata timida. Nonostante la mia curiosità e la voglia di sapere cosa ci fosse al di là della staccionata, ho sempre vissuto solo con le mie sorelle, la mia mamma, le mie zie e le mie amicizie ristrette (ma tuttora fondamentali). D’un tratto la vita è cambiata. Per moltissimi aspetti decisamente in meglio, soprattutto per le nuove amicizie e per tutte le persone che hanno dimostrato simpatia e affetto per me. Però tutto questo mi ha obbligato ad uscire dal mio guscio. E sapete una cosa? E’ difficile uscire allo scoperto. Affrontare le proprie debolezze e accettare che le vedano anche gli altri.. So di avere delle qualità, so di essere una pecorina sensibile e allegra, però ho anche dei difetti. (A partire dalla difficoltà di pronunciare le parole che iniziano o contengono la sillaba “be”: mi viene sempre da trascinare quella “e” e mi esce anche un po’stridula..) Non è facile buttarsi e mostrare al mondo anche i lati di noi meno nobili..perciò ho fatto un passettino indietro. Poi però mi sono detta: ”Klappar, è ora di essere te stessa e di fare ciò che ti piace. Non si può andare bèèèèène a tutti, l’importante è rispettare le persone e dedicarsi a sé e a chi si ama.” Il primo passo l’ho già fatto un mese fa, trasferendomi qui. Ora non resta altro che continuare! E se accanto a me ci sarete voi che mi volete bèèèèène la strada sarà in discesa!

Un abbraccio stretto stretto dalla vostra Klappar J

lunedì 3 gennaio 2011

Klappar e..la felicità?!?

"Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare.."




Io quest'anno ho deciso di farne tesoro..

Buon 2011 a tutti voi,beeeeh!