Klappar, la voce fuori dal gregge



Klappar, la voce fuori dal gregge




Klappar si interroga, Klappar risponde, Klappar fa il latte,


Klappar legge, Klappar scrive, Klappar fa la maglia,



insomma Klappar sgobba tutto il giorno come un mulo MA…


è una PECORINA!!!





mercoledì 23 febbraio 2011

Klappar e l'amico che vien dal mare


 Ti ho conosciuto una sera, una sera in cui non potevo parlare. Non ho potuto chiedere il tuo nome e tu non me l'hai svelato. Ma queste foto parlano più di quanto possa fare io. So di aver trovato un nuovo amico, e voglio sentire i racconti del tuo passato. Mi hai detto di essere figlio di una delfina e di uno squalo: delicato e selvaggio insieme.. chissà dove sei cresciuto. Voglio che mi racconti tutto, per prima cosa che mi riveli il tuo nome.

Mio nuovo amico, non vedo l'ora di incontrarti di nuovo.
Klappar

venerdì 18 febbraio 2011

Klappar e Doris Lessing

Ma forse il destino non è altro che il temperamento di ciascuno di noi, quello che attrae invisibilmente la gente e gli eventi. Ci sono persone che mostrano una certa passività nei confronti della vita, aspettando di vedere che cosa arriverà loro nel piatto, o cosa cadrà loro in grembo, o le guarderà in faccia e poi cercano non tanto di afferrarlo quanto di aspettare, lasciando che la cosa si sviluppi, si riveli. Poi si tratta di farne il meglio, di fare quello che si può.
Avrebbe mai creduto, a diciannove anni, sposando Johnny quando non c'era nessuna ragione di aspettarsi altro che guerra e tempi duri, che si sarebbe ritrovata a essere una specie di madre di famiglia?
A quale punto del percorso avrebbe dovuto dire, posto che fosse stata determinata a evitare questo destino, "No, non voglio"? Aveva lottato contro la casa di Julia, ma probabilmente sarebbe stato meglio se avesse ceduto molto prima, se avesse detto sì, sì a quello che stava accadendo, e se lo avesse detto con consapevolezza, accettando quello che si era ritrovata di fronte. Era questa adesso la sua filosofia. Dicendo no, si fa spesso come quelli che divorziano da un compagno solo per sposarne uno uguale nell'aspetto e nel carattere: ci portiamo dentro dei modelli invisibili che sono ineluttabilmente parte di noi come le nostre impronte digitali, ma non li riconosciamo finchè non ci guardiamo intorno e li vediamo rispecchiati.
"Sappiamo ciò che siamo.." (Oh, no che non lo sappiamo!) "..ma non quel che potremmo essere."

Doris Lessing, Il sogno più dolce

venerdì 11 febbraio 2011

Klappar e il pastore Emilio

Ogni anno solo in Italia migliaia di pecore mettono al mondo piccoli cucciolini cui non possono assicurare un futuro. Migliaia di pecorine disperate e di agnellini che non sanno se potranno vedere un nuovo giorno. Ma noi qualcosina la possiamo fare. Sì, perché oggi c’è chi pensa anche a noi poveri ovini.
E’ possibile adottare una pecora a distanza!
In cambio forme di pecorino, prodotti tipici sardi e la possibilità di scegliere il nome del bebè! E poi conoscerete il pastore Emilio!! Non è meraviglioso??



                                              http://www.sardiniafarm.com/index.htm

Se ognuno lo facesse con i cuccioli della propria specie non sarebbe bellissimo? Certo, voi umani non avreste in cambio formaggio e copertine di lana, ma credo che l’affetto e l’immagine sorridente di un bimbo cui avete garantito vaccini e istruzione possano valere anche di più..o sbaglio?

giovedì 10 febbraio 2011

Klappar new look

Io sono una Pecorina, e come tutte le femmine, quando arriva un momento un po’ “buio”, per risollevarmi penso a un cambio di look: rivoluzionare lo stile e la pettinatura per rivoluzionare la quotidianità.
Per una pecorina però, tutto questo è più complicato. Se su google cercate nuovi tagli di capelli e suggerimenti di abbigliamento troverete di tutto per voi umani, ma per noi niente! Sempre e solo riccioloni bianchi? O al massimo una rasata totale? No, non mi va più. Voglio sentirmi un pochino speciale anche io. E allora..ho trovato un paio di cosette su un sito.. sono per gatti, lo so, quelli lì hanno tutte le attenzioni, però secondo me possono andarmi bene. Io avrei già deciso la mia preferita, e voi? Cosa mi consigliate?? Non sono stupende??





sabato 29 gennaio 2011

Klappar e la macchina del fango

Questo post è diverso dagli altri. Non posso tacere un evento increscioso che purtroppo mi vede protagonista. Sono state diffuse delle fotografie che mi ritraggono , ahimè lo ammetto, ubriaca alla festa a cui ho partecipato il 31 dicembre del 2010. Non voglio farne mistero ed ora le pubblicherò anche qui, in modo che tutti voi siate informati di quel che sta accadendo.

 


 

Naturalmente sono molto dispiaciuta di quel che si è verificato, ma il punto, qui è un altro.
Da dicembre è iniziata la mia vita di città, tra incredibili novità ed esperienze. E soprattutto tra nuovi amici. Amici?? E’ difficile accettare che complici e autori del discredito che si vuole gettare su di me siano proprio le persone a me più care. Ma la macchina del fango non si ferma davanti a così poco, all’affetto e alla fiducia, anzi. Eppure come posso biasimare completamente coloro che stanno cercando di intimidirmi, di distruggere la mia reputazione e rispettabilità di pecorina giornalista d’assalto? Sono anche loro vittime di un sistema di cui non si rendono conto. Non capiscono che appena diventeranno scomodi a qualcuno subiranno la stessa sorte.
Leggendo gli articoli di Roberto Saviano sulla macchina del fango, ingenuamente (sono solo una pecorina dal vello bianco, io) pensavo di essere al riparo da quei meccanismi e mi concentravo sullo sdegno e sulla solidarietà verso chi invece ne era suo malgrado coinvolto.
Ora capisco molto meglio le parole di Saviano, quando dice che nessuno è estraneo a tutto questo. Direttamente o indirettamente la macchina del fango ci distrugge tutti. Lo scopo è cercare ”di capovolgere la realtà, la verità. Chi ha creato ricatti cerca di passare per ricattato, chi commette crimini pubblici, cerca di dichiarare che è solo una vicenda privata, chi tiene mezzo paese nella morsa del ricatto delle foto, delle informazioni, delle agenzie, del pettegolezzo, dichiara di essere spiato.” “L'altro obiettivo della macchina del fango è intimidire (...) è controllare la vita delle persone note a diversi livelli, in modo da poterne condizionare le dichiarazioni pubbliche. E quando serve, incassarne il silenzio.”
Ma io, Pecorina Klappar, non lascerò che il fango mi soffochi. Io sono d’accordo con Saviano e farò come lui stesso cerca di fare e come tutti noi dovremmo reagire. “A tutto questo si risponde non sentendosi migliori, ma, con tutte le nostre debolezze e i nostri errori, sentendosi diversi. Sentendoci parte dell'Italia che non ne può più di questo racket continuo sulla vita di chi viene considerato nemico del governo.” Il mio blog non verrà chiuso, né smetterò di dire la verità. Io non sono così, e so che nemmeno coloro che hanno partecipato a questa diffamazione intimidatoria saranno sordi a queste parole.


mercoledì 19 gennaio 2011

Klappar, Sal e la giustizia

A Boston, negli Stati Uniti, un gatto di nome Sal è stato convocato in tribunale come giurato popolare. Lo scorso anno la sua padrona lo aveva inserito nel censimento. Subito si sono levate proteste da ogni dove, ma il giudice è stato irremovibile e il 23 marzo Sal dovrà comparire in tribunale.


Sal, il paladino della giustizia


Ora, mi chiedo se tutto ciò vi sembra sensato. A me non sembra neppure possibile. Trovo ignobile il disprezzo e soprattutto lo scherno nei confronti di Sal e di un giudice che per primo ha trovato il coraggio di esporsi per il riconoscimento completo dei diritti di noi animali. Siamo o non siamo cittadini? Abitiamo con voi nelle case e nei palazzi di città. Seguiamo i ritmi che seguite anche voi; ci spostiamo in macchina, treno, autobus,  bicicletta e motorino. Facciamo un sacco di lavori (guardia, disinfestazioni, badanti, fornitori di materia prima ecc.). Andiamo nei negozi, nei bar, nei ristoranti (anche se c’è molta discriminazione verso di noi). E allora perché non concederci di adempiere ai nostri doveri? Perché non farci esercitare i nostri diritti?
Ho subito troppo a lungo le prese in giro di tutti (come dimenticare quando in coda all’anagrafe del comune un tale molto maleducato mi ha detto “Uè Perlana, dov’è il pastore?” e poi volevano chiamare i vigili per farmi portare via..)
Sal, sono dalla tua parte. So che il 23 marzo farai il tuo dovere e contribuirai a rendere il mondo più sicuro!

martedì 18 gennaio 2011

Klappar e..compagnia bella

Ho appena finito di leggere un libro molto interessante. Purtroppo però, l’apparente semplicità di lettura e il taglio ironico che è proprio del suo autore mi hanno indotta a una lettura un po’ superficiale. Ora che sono arrivata all’ultima riga mi rammarico di non aver prestato la dovuta attenzione a un argomento che mi incuriosisce molto e che mi riguarda da vicino (come riguarda da vicino tutti coloro che si esprimono attraverso un linguaggio codificato. Niente ironie, per favore: sono una pecorina ma so parlare l’italiano, ok??) e mi riprometto di riprenderlo in mano al più presto.
Di che si tratta? Di “Non se ne può più. Il libro dei tormentoni” di Stefano Bartezzaghi.
Io leggo sempre la sua rubrica sul Venerdì di Repubblica, lo trovo molto arguto. Anche in questo libro Bartezzaghi si rivela acuto osservatore della nostra lingua, (e dei nostri modelli di comunicazione e quindi della nostra società), e con tanta ironia inizia una specie di censimento e classificazione (naturalmente e ovviamente parziali) di tutte quelle parole, locuzioni ed espressioni che ripetiamo continuamente senza nemmeno rendercene conto. Avete presente i vari “quant’altro”, “assolutamente sì/no”, “diciamo che”, “quello che è”, “voglio dire”..? Chi non ne ha mai usati alzi la mano. Ecco, ne ho appena usato un altro..
Il fatto è che un tormentone non comporta solo un impoverimento e una stereotipizzazione del linguaggio. Quando è sfruttato per pubblicizzare un prodotto ci condiziona. Figuratevi quando è sfruttato per pubblicizzare un partito politico.. Il tormentone nella nostra società così condizionata dai media “mostra la sua sottile distruttività: tarla le parole, fa loro dire il contrario di quello che vorrebbero e dovrebbero, rovescia i tavoli, fa direttamente politica.
E’ difficile, se non impossibile, non usare tormentoni, e se anche qualcuno riuscisse ad evitare quelli generalizzati, non potrà far nulla contro i suoi! Quindi che fare? “Se le armi del tormentone sono la ripetizione e l’ipnosi allora potremmo provare a stare svegli e variare.
Come al solito la conoscenza è l’unica possibilità di salvezza che abbiamo.

venerdì 14 gennaio 2011

Klappar e le guance rosse

Se vi siete chiesti perché non ho più scritto sul mio blog..bèèèèh, ora cercherò di darvi una spiegazione.
La mia nuova vita in città è stata da subito piena di sorprese, ricca di nuove conoscenze, di attività da scoprire, di passioni da sperimentare. Ammetto che tutto questo non è stato facile da gestire per una pecorina di campagna. Io sono sempre stata timida. Nonostante la mia curiosità e la voglia di sapere cosa ci fosse al di là della staccionata, ho sempre vissuto solo con le mie sorelle, la mia mamma, le mie zie e le mie amicizie ristrette (ma tuttora fondamentali). D’un tratto la vita è cambiata. Per moltissimi aspetti decisamente in meglio, soprattutto per le nuove amicizie e per tutte le persone che hanno dimostrato simpatia e affetto per me. Però tutto questo mi ha obbligato ad uscire dal mio guscio. E sapete una cosa? E’ difficile uscire allo scoperto. Affrontare le proprie debolezze e accettare che le vedano anche gli altri.. So di avere delle qualità, so di essere una pecorina sensibile e allegra, però ho anche dei difetti. (A partire dalla difficoltà di pronunciare le parole che iniziano o contengono la sillaba “be”: mi viene sempre da trascinare quella “e” e mi esce anche un po’stridula..) Non è facile buttarsi e mostrare al mondo anche i lati di noi meno nobili..perciò ho fatto un passettino indietro. Poi però mi sono detta: ”Klappar, è ora di essere te stessa e di fare ciò che ti piace. Non si può andare bèèèèène a tutti, l’importante è rispettare le persone e dedicarsi a sé e a chi si ama.” Il primo passo l’ho già fatto un mese fa, trasferendomi qui. Ora non resta altro che continuare! E se accanto a me ci sarete voi che mi volete bèèèèène la strada sarà in discesa!

Un abbraccio stretto stretto dalla vostra Klappar J

lunedì 3 gennaio 2011

Klappar e..la felicità?!?

"Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare.."




Io quest'anno ho deciso di farne tesoro..

Buon 2011 a tutti voi,beeeeh!