Klappar, la voce fuori dal gregge



Klappar, la voce fuori dal gregge




Klappar si interroga, Klappar risponde, Klappar fa il latte,


Klappar legge, Klappar scrive, Klappar fa la maglia,



insomma Klappar sgobba tutto il giorno come un mulo MA…


è una PECORINA!!!





martedì 18 gennaio 2011

Klappar e..compagnia bella

Ho appena finito di leggere un libro molto interessante. Purtroppo però, l’apparente semplicità di lettura e il taglio ironico che è proprio del suo autore mi hanno indotta a una lettura un po’ superficiale. Ora che sono arrivata all’ultima riga mi rammarico di non aver prestato la dovuta attenzione a un argomento che mi incuriosisce molto e che mi riguarda da vicino (come riguarda da vicino tutti coloro che si esprimono attraverso un linguaggio codificato. Niente ironie, per favore: sono una pecorina ma so parlare l’italiano, ok??) e mi riprometto di riprenderlo in mano al più presto.
Di che si tratta? Di “Non se ne può più. Il libro dei tormentoni” di Stefano Bartezzaghi.
Io leggo sempre la sua rubrica sul Venerdì di Repubblica, lo trovo molto arguto. Anche in questo libro Bartezzaghi si rivela acuto osservatore della nostra lingua, (e dei nostri modelli di comunicazione e quindi della nostra società), e con tanta ironia inizia una specie di censimento e classificazione (naturalmente e ovviamente parziali) di tutte quelle parole, locuzioni ed espressioni che ripetiamo continuamente senza nemmeno rendercene conto. Avete presente i vari “quant’altro”, “assolutamente sì/no”, “diciamo che”, “quello che è”, “voglio dire”..? Chi non ne ha mai usati alzi la mano. Ecco, ne ho appena usato un altro..
Il fatto è che un tormentone non comporta solo un impoverimento e una stereotipizzazione del linguaggio. Quando è sfruttato per pubblicizzare un prodotto ci condiziona. Figuratevi quando è sfruttato per pubblicizzare un partito politico.. Il tormentone nella nostra società così condizionata dai media “mostra la sua sottile distruttività: tarla le parole, fa loro dire il contrario di quello che vorrebbero e dovrebbero, rovescia i tavoli, fa direttamente politica.
E’ difficile, se non impossibile, non usare tormentoni, e se anche qualcuno riuscisse ad evitare quelli generalizzati, non potrà far nulla contro i suoi! Quindi che fare? “Se le armi del tormentone sono la ripetizione e l’ipnosi allora potremmo provare a stare svegli e variare.
Come al solito la conoscenza è l’unica possibilità di salvezza che abbiamo.

2 commenti:

  1. Cara Klappar..io sono una italiana media e come tale vittima dei tormentoni, condivido la tua riflessione...e anche i luoghi comuni sono snervanti. "Vinceròòòòòòòòòò!!!!!!"

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  2. Maja, ne sai sempre una più del diavolo!!! (giusto per stare in tema..)
    Con i tormentoni e i luoghi comuni si possono fare interi discorsi, e anche interi film! :D

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