Klappar, la voce fuori dal gregge



Klappar, la voce fuori dal gregge




Klappar si interroga, Klappar risponde, Klappar fa il latte,


Klappar legge, Klappar scrive, Klappar fa la maglia,



insomma Klappar sgobba tutto il giorno come un mulo MA…


è una PECORINA!!!





mercoledì 29 dicembre 2010

Klappar e Babbo Natale



Che emozione aprire i pacchetti!
Ero davvero curiosa di scoprire cosa
mi avrebbe portato Babbo Natale!
 Bentrovati a tutti!! Mi spiace non aver scritto negli ultimi giorni, ma per Natale sono tornata alla fattoria e lì non c’è mica internet.. E anche adesso di tempo ne ho pochino, perciò non mi dilungo e vi mostro le foto che mi hanno fatto mentre aprivo i regali. Lo so, lo so, dovrei raccontarvi tante altre cose e lo farò, ora però mi preme ringraziare tutti quelli che hanno avuto un pensiero per me e che mi vogliono beeeh..ne!



La soddisfazione mi si legge negli occhi!
E poi, che divertimento provare ciò che ho appena ricevuto in dono...

  


  
Questa sono io con la mia nuova cuffia da bagno,
così non mi si rovinano i riccioli.



mercoledì 22 dicembre 2010

Klappar e il cervello maschile

Oggi ho passato la giornata con Alg, il mio cuginone del nord. Ci vogliamo molto bene, siamo cresciuti insieme (da cuccioli passavamo le estati in Lapponia o da me alla fattoria) perciò ci conosciamo a fondo.
E’ per questo che sono convinta che le nostre differenze siano più legate all’essere io una femminuccia e lui un maschietto. Perché? Sentite qua.

ANTEFATTO
Oggi abbiamo incontrato una nostra amica che ha chiesto ad Alg di darle la mail di Aspelund, un loro amico comune. Nonostante conoscesse Aspelund da sempre, Alg non sapeva il suo indirizzo di posta elettronica. Decide quindi di mandargli un sms per farselo comunicare. Mentre scrive, mi dice che è passato almeno un mesetto dall’ultima volta in cui si sono sentiti.

SVOLGIMENTO
Ecco il testo del messaggio: “Ciao Aspelund, mi mandi il tuo indirizzo e-mail?”
Io resto senza parole! Ma come?? Nemmeno un come stai? Dopo un mese che non vi sentite? E’ il tuo migliore amico!! E non gli spieghi perché vuoi il suo indirizzo?? Cosa penserà Aspelund??
Ecco la risposta: "aspelund_cribù@gmail.com Poi mandami una mail anche vuota così mi resta anche il tuo. Ciao"  Ma come?? Nemmeno un come stai? Dopo un mese che non vi sentite? E’ il tuo migliore amico!! E non gli chiedi perché vuoi il suo indirizzo? E poi, tra l'altro, "una mail anche vuota"?? Non presumi che ti debba inviare qualcosa se ti chiede la mail?!?

Ecco come sarebbe andata fra me e la mia amica gallina:
“Ciao cara, come stai? Scusa se non mi sono fatta sentire ultimamente ma sono stata presissima! Tutto bene? Alla fattoria è tutto a posto? Oggi ho incontrato Hedda, te la ricordi? Sta bene, ti saluta e mi ha chiesto la tua mail. Però io non ce l’ho, me la manderesti? Ti chiamo presto così vieni a trovarmi e mi racconti tutte le ultime news,ok? Saluta tutti e un bacione! K.”

Risposta:

“ Ciao Klà! Già, non ci sentiamo da troppo. Anche per me sono stati giorni pieni e, a proposito, ho qualche novità J Cmq tutto benone! Certo che mi ricordo di Hedda, adesso di che colore ha la criniera?!? Ecco il mio indirizzo … Sì, devo davvero venirti a trovare, magari venerdì sera andiamo a mangiare una pizza ti va? Un abbraccio forte e a presto!”

Servono commenti?

Commenti no, ma una domanda sì: sono loro troppo semplici o siamo noi troppo complicate?

lunedì 20 dicembre 2010

Klappar e Solfamì

“Quando sei felice in fondo al cuor,
  tutto intorno a te parla d’amoooor!
  Se un amico avrai
  felice tu sarai..”

Così cantavano i Puffi con John & Solfamì e così canto io da ieri! Che bel pomeriggio di Avvento! Che bello stare tra tanti amici a mangiare dolci di ogni tipo preparati con cura!
Anche all’ovile abbiamo le nostre tradizioni natalizie e naturalmente mi piacciono moltissimo. Ma chi ha detto che non ce ne si può inventare qualcuna nuova? Io, Pecorina Klappar, sto scoprendo taaante cosette nuove e sto capendo che è molto importante valorizzare il proprio passato, restando però aperti ad accogliere tutte le cose belle che si possono incontrare lungo la strada.
E ieri è successo proprio così: con me c’erano i miei amici di sempre – il cuginone Alg arrivato dal Nord, la mia migliore amica e poi lui, Lantlig, che mi piace sempre tanto..- e assieme a loro tanti nuovi amici, conosciuti da poco, ma già parte della mia vita!
Non è una cosa fantastica?? E se penso che ci sono tanti altri amici sparsi qua e là che mi vogliono bene ricomincio a cantare a squarciagola!

venerdì 17 dicembre 2010

Klappar e il menu di Natale

Paese che vai, usanza che trovi.
Usanza che trovi, novità che sperimenti.
Novità che sperimenti, possibilità in più a disposizione.
Più possibilità, più riflessioni.
Più riflessioni, più consapevolezza.
Più consapevolezza più felicità!

E’ per questo che io, pecorina Klappar, dopo aver sperimentato l’usanza autoctona di Parma - paese in cui mi sono trasferita - ho riflettuto, valutato le possibilità, e consapevolmente deciso:

a Natale, in barba al fieno…CAPPELLETTI PER TUTTI!!!

giovedì 16 dicembre 2010

Spazio spazio io voglio

Spazio spazio io voglio,
tanto spazio per dolcissima muovermi ferita;
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch'io lanci un urlo inumano,
quell'urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.

Alda Merini
da ("Vuoto d'amore")

lunedì 13 dicembre 2010

Klappar e Malika

Una nuova settimana! Quante cose da fare e preparare, soprattutto per l’arrivo del cugino Alg! Ma non per questo posso cancellare il weekend appena trascorso. Quante cose ho fatto!

Venerdì sera sono tornata al Teatro Regio. No, nemmeno questa volta era un’opera, e allora?!?! C’era il concerto di Malika Ayane. (In realtà alle mie colleghe pecore della fattoria ho detto che andavo al concerto di Orietta Berti perché Malika mica la conoscono e mi avrebbero fatto un sacco di storie..)La voce di quella ragazza crea atmosfere magiche! Ha in sé un contrasto tra delicatezza e forza, grazia e potenza, dolcezza e decisione che mi cattura.. Così le sue canzoni, così la sua immagine e così quello che comunica dal palco. E’ magnetica!
Qui c'è il link di una sua canzone con Pacifico se vi va di sentirla 

Mi piacerebbe cantare come lei, ma il mio belato non solo non ha un bel timbro, è anche stonato.. Il papà della mia amica gallina, che di lavoro fa la sveglia, ha provato a darmi qualche lezione di canto, ma alla fine mi ha detto “Non è necessario saper cantare per apprezzare la musica e il canto: Klappar, tu hai tante altre qualità, meglio se ti concentri su quelle.” E io ci sto provando! Perché anche anche le pecorine hanno diritto alla vita che vogliono, o no?? Mica siamo nate tutte per fare la ricotta!

venerdì 10 dicembre 2010

Klappar e ALG!

Uh-uh! Oggi sono contentissima! Ho saputo che ALG, il mio cuginone del Nord verrà a trovarmi presto! Sì, viene ogni anno per Natale, ma non è detto che si riesca sempre a rispettare le tradizioni.

Alg è un tipo davvero simpatico, ci divertiamo un mondo insieme! Non vedo l’ora che arrivi così ve lo presento! Intanto, per capire che tipo è e quanto ci divertiamo insieme, date un occhiata a questo filmato!


Quanto ridere! E la canzone è proprio uno spasso!
Adesso la riascolto mentre penso a che dolcetti preparare per Alg!

giovedì 9 dicembre 2010

Klappar vs Tep

Uhm..la vita in città non è sempre semplice per una pecorina.
Per esempio, io non ho mai avuto buoni rapporti con i mezzi di trasporto (nemmeno con il trattore di Bert il taglialegna), ma con gli autobus è un vero disastro!

L’altro giorno è salita sull’autobus una signora con i capelli a nuvoletta azzurrini che ha cercato invano di timbrare il suo biglietto, nonostante i copiosi suggerimenti delle sue colleghe lilla, gialline, argentee, rosate e qualcuna grigia. A causa dell’insuccesso, la signora cerulea ha dato inizio a una rivoluzione contro le nuove macchinette obliteratrici. La sua azione ha riscosso tante adesioni che il povero autista ha dovuto accostare e lasciare il posto di guida per placare la rivolta luddista.
Ritardo accumulato: disastroso.

Questa mattina sono salita di buon ora sul solito autobus, mi sono seduta e guardando fuori dal finestrino mi sono abbandonata ai miei pensieri. Ma anche l’autista ha fatto come me: abituato a guidare lungo un'altra tratta, su quell’autobus solo per una sostituzione, aveva imboccato la strada sbagliata. Tralascio il racconto dell’indignazione dei passeggeri..
Ritardo accumulato: incalcolabile.

Dopo questi episodi (e tanti altri prima) mi ero convinta di essere un pochettino sfortunella, ma poi ho capito che si tratta di un complotto contro di me!
Certo, se no come si spiega che al ritorno, dopo più di un quarto d’ora di attesa alla fermata, l’autobus mi è passato davanti senza fermarsi nonostante io agitassi con sicumera la mia codina??????
Ritardo accumulato: meno della mia rabbia.

martedì 7 dicembre 2010

Klappar, il Mistero Buffo

Domenica pomeriggio sono stata a teatro. O meglio, sono stata AL TEATRO: al Regio di Parma. Mi sono anche lavata la codina per l’occasione. Lo so cosa state pensando: “Ma come? Era uno spettacolo pomeridiano, nemmeno una prima e neanche un’opera”. Beeeeeh, ma cosa volete che vi dica? Io al Regio non c’ero mai stata e mi sentivo un po’ emozionata per l’occasione. Quale?
Lo spettacolo di Paolo Rossi “ Mistero Buffo di Dario Fo. P:S: nell’umile versione pop.”

Ragazzi, mi è piaciuto! Ah, per prima cosa devo ammettere che lo spettacolo originale di Dario Fo non l’ho visto, perciò non azzardo confronti, ma prometto di colmare la lacuna (d’altra parte sono una semplice pecorina autodidatta, e per farvi capire cosa significhi sappiate che le mie colleghe arrivano a Dolly e le più colte a Maria De Filippi).
Naturalmente, non pensare a Dario Fo e alla sua maniera di riempire da solo il palcoscenico e di trascinare e farsi trascinare dal racconto in gramelot o nel dialetto padano che lui stesso ha recuperato non è possibile, ma non si avvertiva il peso del raffronto. Io non ho pensato nemmeno una volta: “beeeeeh, ma come lo fa Dario Fo è tutta un’altra cosa!”
Paolo Rossi ha costruito uno spettacolo rispettoso dell’originale ma lo ha reso proprio. E’ rimasto se stesso, ha rispettato il testo e ha rispettato la sua chiave teatrale e comica.
Capirete quindi perché l’operazione difficilissima in cui si è cimentato può dirsi riuscita. Anche dove la scommessa sembrava più difficile. La lingua. Mica semplice, come dicevo prima.. Però Paolo Rossi ha trovato anche qui la sua strada: farne la versione pop, cioè popolare, che si adatta a tutte le culture, anche a quelle che quarant’anni fa non erano così vicine a noi come lo sono ora: ed ecco che nel dialetto trecentesco spuntano termini inglesi e slogan pubblicitari. E’il nostro gergo, o no?!? Ammetto che mi sarebbe piaciuto sentire qualche belato, ma capisco che una sola Pecorina tra il pubblico non basta per ottenere tanta attenzione all’intercalare degli ovini.. magari un beeehl giorno..

La prima cosa che ho pensato uscendo dal teatro (a parte che avevo fatto bene a non tosarmi a fine settembre visto il freddo che è arrivato) è stata che avevo appena assistito a uno spettacolo che raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti del teatro e ne ripercorre quasi la storia.
Per prima cosa, come ha scritto Silvio D’Amico, Il Teatro vuole l'attore vivo, e che parla e che agisce scaldandosi al fiato del pubblico; vuole lo spettacolo senza la quarta parete, che ogni volta rinasce, rivive o rimuore fortificato dal consenso, o combattuto dalla ostilità, degli uditori partecipi, e in qualche modo collaboratori.” E Paolo Rossi lo ha ben compreso e sfruttato ( ma Dario Fo è stato un grande maestro anche su questo..magari un giorno vi racconterò di quando l’ho incontrato quest’estate) giocando con il pubblico, conducendolo attraverso i mille registri che lo spettacolo di volta in volta assumeva. Abbiamo riso tanto, tra satira pungente e gags ben congegnate, abbiamo anche versato una lacrimuccia (cosa volete farci, sono sempre stata un agnellino sensibile) e alla fine ci siamo accorti che quelle risate e quelle lacrime riguardavano proprio noi, uomini (e pecore) che si devono confrontare con interrogativi grandi, con responsabilità da cui nessuno si può sottrarre, con speranze disattese, volontà e forze che non sospettiamo di possedere e la costante capacità di riderci un po’ su.

E il teatro non è forse questo? Non è forse un luogo, una situazione in cui l’uomo si interroga su di sé? In cui l’uomo vede agire se stesso nelle azioni compiute dai personaggi? Non siamo forse noi quelli che parlano e si muovono sulla scena? Non viviamo quelle esperienze mentre vi assistiamo?
Con la cultura non si mangia..forse no, ma si pensa, si vive, si guadagna la libertà e la speranza. Che a mio parere è meglio di un piatto di germogli. E guardate che io sono golosa.

lunedì 6 dicembre 2010

Klappar, la voce fuori dal gregge

E’ dura la vita di una pecora che vuole pensare con la sua testa.

Dalle pecore tutti vogliono le stesse cose: disciplina per un vello morbido e tanto latte. E noi pecore tutte inquadrate, ovino accanto ovino, passiamo la vita a fare quello che fanno tutte. La prima che sgarra è fuori. Stessi gesti, stessi pensieri, stessi bisogni, tutti inculcati dai pastori. Controllate a vista dai loro cagnacci, passiamo le giornate nei soliti pascoli e al tramonto ci spediscono a letto, quando lo sanno tutti che i programmi interessanti sono sempre a tarda notte. La cosa più triste però, è che le altre nemmeno si accorgono di quanto siamo condizionate, anzi, pensano di avere una vita meravigliosa: ogni volta in cui ho guardato oltre il recinto, ogni volta in cui ho fatto una domanda mi hanno detto “Smettila, bruca l’erba!” “ Guarda che se non ti metti in riga arriva il lupo a mangiarti” “Fai come tutti gli altri!”

Ma io sono curiosa, molto curiosa e non mi basta il mio gregge, voglio sapere cosa c’è oltre il pascolo, scoprire cosa la vita può riservare a una povera, piccola pecorina oltre alle tosature e  mungiture. E non credo che i miei amichetti spariti prima di Pasqua siano andati in vacanza premio perché non erano impertinenti come me.
Voglio sapere la verità, voglio leggere, voglio sperimentare, voglio essere solo Klappar.
Ecco perché ho deciso di fare una cosa che nessuna pecorina aveva mai fatto prima…..aprire un blog!